Overqualified – Cosa Fare se si è Troppo Qualificati

Mettersi in gioco per trovare il primo lavoro non è semplice. Rimettersi in gioco per trovarne uno nuovo è ancora più complicato.
Il mercato del lavoro è, infatti, soggetto a strani paradossi.
A venticinque anni, neolaureati, è difficile trovare un impiego perché senza esperienza.
A quaranta anni, si ha “troppa esperienza”.
A cinquanta anni, o si è “troppo grandi” o si è “troppo qualificati”.

I giovani laureati spesso si accontentano di un posto dietro al bancone di un bar o di un qualsiasi lavoro impiegatizio, nella speranza, prima o poi, di fare (l’agognata) carriera.

Dalla discussione Overqualified nata su LinkedIn nel gruppo “Il mercato italiano del lavoro” emerge, infatti, che l’età è spesso discriminante per le figure più qualificate o con maggiore esperienza e rappresenta il problema di inserimento nel mondo del lavoro.

Come superare dunque il fantomatico scoglio dell’esperienza? E il presunto problema dell’età?

Due sono le filosofie e due sono le proposte, nate nel sopracitato thread, per affrontare il problema: l’ omissione e il valore aggiunto.

C’è chi propone di non specificare l’età nel curriculum, di ometterla, in modo da potersi far conoscere in sede di colloquio e, una volta illustrate le proprie competenze e dopo “essere stati testati”, svelare il dato anagrafico. Oppure, in alternativa, di porre l’età tra le ultime informazioni del curriculum in modo che venga letto senza pregiudizio o, peggio ancora, cestinato prima della lettura.

L’altra strada proposta è quella di esaltare la propria professionalità, senza alcun tipo di omissione su esperienza o anagrafica, e di porsi in modo da rappresentare un valore aggiunto e una potenziale fonte di risorse e guadagno per l’azienda in cui ci si propone.