Carta BCC Ateneum – Caratteristiche

La carta BCC Ateneum è la carta prepagata ricaricabile che viene incontro alle necessità degli studenti universitari, per agevolarli negli studi e nelle spese. Una vera e propria piattaforma di servizi, con i vantaggi di una carta di credito prepagata del circuito Mastercard. Inoltre non ci sono costi aggiuntivi.

Credito Cooperativo
Il Credito Cooperativo occupa una posizione di primo piano nel panorama bancario nazionale sia per presenza sul territorio, per solidità patrimoniale e finanziaria, per volumi intermediati che per i ritmi di crescita. Le banche di Credito Cooperativo sono diverse tra loro, sono banche locali, radicate sul territorio. Credito Cooperativo svolge la funzione di intermediario creditizio (raccolta di risparmio e di finanziamento) e di impresa a responsabilità sociale.

Tipo di Carta
Carta prepagata

Circuito
MasterCard

Costo iniziale
30,00 €

Quota annuale primo anno
Gratuita

Costo estratto conto
0

Plafond mensile
0 €

Costo ricarica (propria banca)
0,00 €

Servizio SMS di avviso utilizzo carta
No

Punti e Sconti
Sconti presso mense, bar, librerie ed altri esercizi convenzionati, accesso gratuito al networkeuropeo Carta Giovani e partecipazione a concorsi annuali per accedere a Borse Lavoro.

Servizi speciali collegati
Estensione da due a tre anni della garanzia legale sui beni acquistati con Carta Tasca MasterCard

Altre informazioni
CartaBcc Ateneum è la carta studiata per chi studia (giovani 18-30 anni).
Risulta essere una carta speciale perché unisce i benefici di una carta prepagata e ricaricabile con tanti servizi universitari e i vantaggi del circuito Carta Giovani.
Prepagata e ricaricabile, CartaBcc Ateneum è la tua compagna di studi ideale, perchè unisce i benefici di una carta di credito con tanti servizi in linea con i tuoi bisogni di studente.

Compatibilità tra Apprendistato e Contratto di Part Time

Il rapporto di apprendistato può essere costituito sia a tempo pieno che a tempo parziale. In particolare, il contratto di apprendistato è compatibile con il contratto di lavoro a tempo parziale, sempre che la peculiare articolazione dell’orario di lavoro non sia di ostacolo al raggiungimento delle finalità formative tipiche del contratto stesso.

Risulta essere pertanto necessario valutare, caso per caso, se la durata della prestazione lavorativa sia tale da consentire il conseguimento della qualifica professionale ed il soddisfacimento dell’esigenza formativa. L’impegno formativo, infatti, non può essere ridotto in corrispondenza della riduzione dell’orario di lavoro.

La stipulazione del contratto di apprendistato part time, che può essere orizzontale o verticale come spiegato in questa guida sul part time su Guidelavoro.net, non va subordinata alla preventiva verifica del Servizio Ispettivo circa la compatibilità tra contenuto formativo del contratto e riduzione di orario, in quanto la necessaria attivazione del Servizio Ispettivo prima dell’instaurarsi del rapporto di lavoro contrasterebbe con lo spirito e la lettera del D.Lgs. n. 276/2003, che, al fine di eliminare ogni appesantimento burocratico connesso alla stipula del contratto di apprendistato, ha abrogato l’autorizzazione preventiva rilasciata dalla Direzione provinciale del lavoro (Min. Lav. Interpello 18 gennaio 2007, n. 4).
Assenza di riproporzionamento. Il periodo di attività formativa, in caso di stipulazione di un contratto di apprendistato part-time, non può essere riproporzionato in relazione al ridotto orario di lavoro (Min. Lav. Interpello 13 dicembre 2006, n. 7209).
Distacco. Per quanto concerne la questione se un lavoratore titolare di un contratto di apprendistato possa essere distaccato presso un soggetto terzo, occorre considerare quanto segue.

Premesso che all’apprendistato si applica, per quanto non diversamente previsto, la disciplina generale in materia di rapporto di lavoro subordinato (art. 2134 cod. civ.), il lavoratore titolare di contratto di apprendistato (di qualunque tipologia: qualificante, professionalizzante, alta formazione) può, in linea di principio, essere distaccato presso un soggetto terzo a condizione che

Il distacco sia lecito ai sensi della vigente normativa (art. 30, D.Lgs 10 settembre 2003, n. 276, come modificato dall’art. 7, D Lgs 6 ottobre 2004, n. 251)

Lo spostamento del lavoratore non leda gli obblighi formativi dell’apprendista. Ciò avviene, ad esempio, quando la possibilità di distacco sia prevista nel Piano Formativo Individuale e, comunque, se la prestazione lavorativa sia coerente con l’oggetto dell’apprendistato;

La presenza di un tutor sia garantita anche nel periodo in cui l’apprendista svolge la sua attività presso il soggetto terzo distaccatario.

Relativamente ai distacchi in ambito UE, questi, in via di principio, sono preclusi all’apprendista. Tuttavia, l’INPS ha affermato che l’apprendistato anche in considerazione delle caratteristiche del contratto di apprendistato, in via di principio, non rientra nel campo di applicazione delle norme in materia di distacco, potrà essere rilasciata certificazione di distacco (formulario A1)… solo se l’esercizio dell’attività all’estero rientri nel programma di formazione ed, in tale caso, il datore di lavoro dovrà fornire idonea documentazione comprovante la continuazione dell’attività formativa all’estero, secondo le modalità previste dalla normativa italiana (ad esempio, registrazione delle ore, presenza di un tutor.

Come Investire nei Fondi Comuni di Investimento

Il punto di partenza per qualsiasi investimento nei fondi comuni di investimento non può che partire dall’analisi della propria posizione personale. Cercate cioè di domandarvi quale sia il vostro orizzonte temporale (ovvero, quando volete avere un ritorno dell’investimento), e se preferite una copertura del rischio di capitale, o meno, all’interno del periodo di investimento temporale.

Una volta chiariti questi punti, le alternative in mano all’investitore non mancheranno di certo: daifondi monetari a quelli azionari, passando per gli obbligazionari e i misti, le destinazioni delle risorse finanziarie della clientela bancaria non avranno che l’imbarazzo della scelta.

Considerato un investitore “tipo”, con orizzonte temporale compreso tra i 5 e i 10 anni, non possiamo che consigliare una diversificazione opportuna del proprio portafoglio fondi, che vada a considerare una quota rilevante di azionario (i cui tempi di investimento si aggirano di norma nei 7 anni). Per diminuire i rischi, possiamo indirizzarvi verso un investimento nell’azionario internazionale, cui destinare magare un piano di accumulo del capitale, in alternativa all’investimento spot.

Valutando un terzo dell’investimento complessivo nel comparto azionario, vediamo come distribuire i restanti due terzi. Una quota andrà applicata sull’obbligazionario, con un occhio attento alle valute di riferimento (bene il dollaro nel medio breve termine), e ai rendimenti (quelli italiani, ad esempio).

Il resto potrebbe essere impiegato nel brevissimo termine, con investimenti in fondi comuni di investimento monetari, immediatamente liquidabili in caso di necessità.

Costi del Forex – Quali Sono

In genere quando si va a fare Forex l’investitore non deve preoccuparsi dei costi derivanti dalle commissioni di negoziazione. Non ci sono infatti dei costi associati al trading forex che l’investitore dovrebbe considerare.

I costi associati al Forex sono lo spread e il rollover.

Il metodo principale che un broker forex usa per fare soldi è quello di avere uno spread, ovvero una differenza, tra il prezzo di acquisto valuta e il prezzo di vendita valuta. Vediamo infatti che c’è una differenza tra il prezzo a cui è possibile acquistare valute e il prezzo al quale invece è possibile venderla. Questa differenza è il guadagno del broker e, dal punto di vista del trader, converrebbe scegliere delle valute con un basso valore di spread.

Cerchiamo di chiarire questo concetto con un esempio. Supponiamo di essere interessati all’acquisto di yen giapponesi contro dollari USA. Il valore di acquisto è di 98.03 , mentre quello di vendita è di 98.09 . Se acquistiamo valuta, prima di poter guadagnare, dobbiamo coprire il divario di 6 pips.

Il rollover è invece un costo che potremmo sostenere su quelle transazioni che lasciamo aperte durante la notte. Il rollover non è sempre un costo per il broker, dato che a volte potrebbe invece essere un guadagno. Sostanzialmente il Rollover si applica quando una posizione forex è aperta dopo che i principali mercati sono chiusi. Il rollover costituisce praticamente la differenza tra i tassi di interesse della moneta comprata e quelli della moneta venduta. Se l’investitore acquista moneta con il tasso di interesse più elevato allora il rollover per lui sarà un guadagno, mentre se acquista una moneta con il tasso di interesse minore allora il rollover sarò un costo.

Perché ci sono così pochi costi? Il motivo è la semplicità di accesso al mercato del Forex e le sue dimensioni. Il volume giornaliero di scambi fatti su questo mercato va da 1,5 a 2 miliardi di dollaro al giorno. A causa del numero di operatori disponibili l’aumento della concorrenza aiuta a garantire che i costi siano ridotti al minimo.

Benchmark Finanziario – In Cosa Consiste

Il benchmark è un termine di riferimento utilizzato per confrontare il rendimento di uno strumento finanziario, o di un portafoglio di strumenti finanziari, con una performance ideale predisposta da terzi soggetti sulla base delle potenzialità che gli stessi strumenti finanziari o il portafoglio degli stessi strumenti finanziari dovrebbero essere in grado di esprimere durante un arco temporale previsto, generalmente pari a un anno solare.

Stando alla definizione che abbiamo utilizzato in apertura di questo breve approfondimento, il benchmark dovrebbe divenire una sorta di “bussola” in grado di guidare l’investitore nel conseguimento di un risultato atteso. Il benchmark diventa di fatti un obiettivo potenziale che lo strumento finanziario “dovrebbe” conseguire in un periodo di tempo delimitato.

Risulta essere a questo punto che sorgono, tuttavia, i principali problemi interpretativi. Il benchmark viene infatti realizzato da soggetti terzi rispetto, ad esempio, al gestore del fondo, e la sua costruzione avviene sulla base di analisi e parametri scelti di volta in volta in maniera parzialmente soggettiva.

Anche ignorando le sopravvenienze che potrebbero accadere nel corso del periodo di tempo esaminato, ne consegue che molto spesso i benchmark pongono degli obiettivi sensibilmente differenti dalle reali potenzialità degli strumenti finanziari, con la conseguenza di deprimere i confronti tra le attese e quanto concretamente verificato.

Nonostante il suo semplice valore indicativo, il benchmark è divenuto un elemento obbligatorio all’interno del prospetto informativo di un fondo comune di investimento, stando a quanto voluto dalla Consob.

Da quanto sopra emerge, pertanto, la volontà da parte della Commissione di rendere maggiormente trasparente l’offerta dei fondi, e stimolare nel contempo la prestazione degli stessi gestori degli strumenti finanziari.