Dove si Comprano le Obbligazioni

La maggioranza delle operazioni di vincolo può essere completata attraverso un servizio completo o di intermediazione di sconto . È inoltre possibile aprire un conto presso un broker di obbligazioni, ma attenzione che i broker richiedono un deposito iniziale di 5.000 euro circa. Se non potete permettervi questo importo, vi suggeriamo di guardare un fondo comune di investimento specializzato in titoli o un fondo obbligazionario . Alcune istituzioni finanziarie forniscono ai loro clienti il servizio per trattare titoli di Stato. Tuttavia, se la tua banca non fornisce questo servizio e non dispone di un conto di intermediazione, è possibile acquistare titoli di Stato, come i Bot, tramite un organismo pubblico (questo è possibile nella maggior parte dei paesi).

Tutte le transazioni e pagamenti di interessi sono effettuate elettronicamente. Se si decide di acquistare delle obbligazioni tramite un broker, fate attenzione perché vi potrebbe dire che il l’acquisto è esente da commissioni. Non fatevi ingannare, perché succede in genere che il broker alzerà leggermente il prezzo e questo in realtà vale per lui da commissione. Per assicurarsi di non essere imbrogliati, basta guardare l’ultima quotazione per le obbligazioni a cui siamo interessati o ci sono state proposte e determinare se la quota è accettabile. Un altro sistema per acquistare delle obbligazioni è tramite internet.

Anche se l’acquisto online di obbligazioni non è così facile e prevede un minimo di competenza in materia, è più conveniente sicuramente comprare obbligazioni da siti Web che da broker che ci speculano sopra. Vediamo come aprire un conto broker online. Aprire un conto con un broker online o il commerciante che vende obbligazioni e versare l’anticipo che viene richiesto con il metodo che il vostro broker vi indicherà. Decidere quale tipo di obbligazioni si desidera acquistare, quindi visitare il sito Web della Bond Market Association e verificare le rese e le caratteristiche delle diverse obbligazioni. Controllare in altri siti web che offrono informazioni ed elenchi di obbligazioni, alla ricerca del miglior rendimento totale, oltre ai prodotti migliori. Calcolare un vincolo di “cessione a chiamata”, più alto è il rendimento, più entrate avrai. Indicare quale è l’obbligazione che si desidera acquistare e quanto si vuole investire, tenendo presente che la commissione del broker è solitamente integrata nel prezzo dell’obbligazione. Attendere la verifica. L’intermediazione verificherà che abbiate abbastanza soldi nel vostro account per coprire l’operazione e successivamente si comprano le obbligazioni. Otterrete la conferma dell’acquisto ricevendo via mail una conferma che il titolo è stato acquistato, dopo alcuni giorni dalla transazione.

Se volete acquistare titoli di Stato americani, potete direttamente farlo dal US Bureau del sito del Debito Pubblico via Web. Se si comprano obbligazioni su questo sito internet, è possibile pagare con carta di credito o addirittura con una carta di debito della banca, cioè il comune bancomat, a condizione che la carta di credito porti il logo Master Card o Visa. Se non si hanno abbastanza soldi per comprare dei singoli titoli o se si desidera un portafoglio diversificato di obbligazioni, si può investire in un fondo obbligazionario, o un fondo comune che si basi su investimenti obbligazionari.

Come Fare Personal Branding

I social network professionali stanno diventando sempre più rilevanti nella ricerca di un posto di lavoro e studi di settore dimostrano che LinkedIn rappresenta, in tal senso, il canale più utilizzato in Italia.
Linkedin non ha confini geografici (è utilizzato dalla Lombardia alla Sicilia con irrilevanti differenze percentuali) né limiti di età, dai 18 ai 65 anni almeno il 50% di coloro che cercano lavoro lo fanno attraverso i “social”.

I selezionatori utilizzano i social network e i motori di ricerca per conoscere meglio i candidati e ottenere informazioni altrimenti difficili da reperire. Secondo uno studio condotto dal quotidiano americano StarTribute, il 35% degli head hunter d’oltreoceano scartano i candidati in base alle informazioni reperite in rete.
Quando affidiamo la nostra immagine al web, dobbiamo tener presente che la qualità di ciò che si condivide, scrive, pubblica, determina la nostra reputazione e la nostra credibilità.

Una buona strategia di personal branding può, dunque, aiutarci a distinguerci e differenziarci, perché essere un buon programmatore o un discreto sistemista, nel mercato del lavoro moderno, non basta. Per essere scelti bisogna distinguersi e “sapersi vendere”, come scriveva Lévi Strauss “non può esserci identità se non c’è differenza”.

Come fare? Qualche consiglio pratico (e di facile attuazione).

GOOGLE

Cercati su Google. Quello che trovi è davvero quello che vuoi che gli altri sappiano? C’è qualcosa di troppo?

LINKEDIN

Modifica la URL del tuo profilo LinkedIn, personalizzala con nome e cognome ad esempio (questo aiuta a “scalare” i motori di ricerca e a far comparire il profilo professionale tra i primi risultati associati al tuo nome).
Utilizza le App offerte per farti conoscere attraverso il tuo blog o per condividere una tua presentazione video (di un minuto o poco più) o per mostrare una panoramica del tuo lavoro in power point.
Partecipa ai gruppi di discussione. Sono un ottimo canale per far conoscere le proprie opinioni su un argomento specifico e sono un buono strumento per mettere in luce le proprie conoscenze. Puoi conoscere nuovi contatti e imparare dalle opinioni altrui.

FACEBOOK

Verifica cosa condividi su Facebook (leggi bene le istruzioni sulla gestione della privacy) e su quali foto sei stato taggato (!) onde evitare spiacevoli sorprese (e non mi riferisco solo a foto in cui non hai una bella espressione…). Puoi decidere di lasciare visibili a tutti i tuoi interessi e le tue passioni, i tuoi film preferiti o i libri che ami, i gruppi e le discussioni a cui partecipi oppure puoi decidere di restringere le informazioni e renderle accessibili solo a chi fa parte della tua cerchia di amici.

TWITTER

Twitter è uno strumento di microblogging (140 caratteri) utilizzato dai maggiori esperti di Web2.0 e dai VIP che lo usano per conversare con il loro “pubblico”. Qualche esempio?

Lo staff di Gordon Brown, primo ministro Inglese lo usa per gli aggiornamenti su Downing Street. Lo staff di Barack Obama lo ha usato ampiamente durante la sua campagna elettorale. Paris Hilton lo usa per tutto: pettegolezzi, promozioni di prodotti, etc.

Puoi usarlo per condividere in tempo reale (anche attraverso SMS) la tua opinione su qualsiasi cosa: conferenze, eventi, attualità, etc.

Come Diventare Barista o Barman

Il barista è specializzato nella preparazione e nella somministrazione di cibi e bevande all’interno dell’esercizio commerciale in cui lavora.
Svolge la propria attività presso bar, ristoranti, alberghi, centri turistici, imprese di ristorazione collettiva o imprese di catering.
Può essere un dipendente o il titolare del pubblico esercizio e le sue mansioni dipendono dalla tipologia e dalle dimensioni del locale e dal personale impiegato.
Si può occupare del lavoro dietro il banco del bar, della cassa, del servizio ai tavoli, degli acquisti, della gestione del magazzino, dell’organizzazione del lavoro nelle varie fasi della giornata, della pulizia del locale e di tutte quelle attività fondamentali per la conduzione di un bar.

Barman
Il barman è il professionista specializzato nella miscelazione delle bevande e nella preparazione di cocktail, aperitivi e long drink e deve avere un’approfondita conoscenza delle merci e dei prodotti che si troverà a utilizzare (conoscenza merceologica).
Il barman qualificato lavora in proprio o in strutture di prestigio collegate in particolare con i settori del turismo, grandi alberghi, villaggi, navi da crociera, discoteche, american bar e serve una clientela selezionata.
Per entrambi i profili è importante avere un ottimo approccio con il cliente ed elevate capacità di relazione interpersonale. Inoltre è fondamentale la collaborazione con i colleghi e, se si è titolari dell’esercizio, saper coordinare il lavoro dei dipendenti e gestire tutta l’attività di acquisto e vendita, prestando la massima attenzione alle nuove tendenze e tecnologie.

Formazione
Come già indicato, il barista e il barman possono lavorare sia come dipendenti che in proprio. Gli esperti del settore sostengono che il requisito realmente importante per esercitare questo mestiere sia l’esperienza pratica sul campo: solo così si possono comprendere i ritmi, le esigenze e le particolarità di questa attività.
La formazione scolastica del barista e del barman può iniziare già a livello di scuola secondaria di secondo grado. La riforma dell’istruzione prevede la possibilità di iscriversi a un Istituto Professionale – Settore dei servizi – Indirizzo servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera. Il percorso scolastico si articola in due bienni e un quinto anno finale, che termina con l’esame di Stato.

Oltre ai percorsi della scuola dell’obbligo, sono numerosi gli enti di formazione, privati e non, che propongono corsi della durata varibile e consentono una conoscenza pratica e teorica dei mestieri in oggetto, approfondendoli in tutti i loro aspetti. Per maggiori informazioni sui corsi organizzati nella propria regione ci si può rivolgere agli Informagiovani locali.
Chi vuole lavorare in proprio, però, deve avere determinati requisiti. A questo proposito, il Ministero dello Sviluppo Economico (in data 15/04/2011) ha emanato la Circolare n. 3642/C che indica i titoli di studio che possono essere ritenuti validi ai fini dell’avvio dell’attività di commercio alimenti e somministrazione alimenti e bevande.
Infine, è consigliabile sia per il barista che per il barman, che lavorano o intendono lavorare in località turistiche o in città d’arte, conoscere bene almeno una lingua straniera.
Accesso alla professione
Se un barista o un barman desiderano aprire un locale di proprietà devono fare riferimento alle leggi territoriali che regolano l’attività di “somministrazione al pubblico di alimenti e bevande”, comprese quelle alcoliche, di qualsiasi gradazione, destinate al consumo nei locali dell’esercizio o in un’area appositamente attrezzata destinata al pubblico.
Per svolgere questa attività, in passato, era necessario iscriversi al REC – Registro Esercenti il Commercio, abrogato nel 2006. L’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande è quindi attualmente disciplinata dal Decreto Legislativo 26 marzo 2010 n. 59.

L’apertura di un esercizio di somministrazione alimenti e bevande è soggetta ad autorizzazione rilasciata dal Comune competente per territorio mentre per il trasferimento di sede, il trasferimento della gestione o della titolarità, è necessario fare una dichiarazione di inizio attività sempre presso il Comune (articolo 64).
Per gestire un’attività di somministrazione, oltre ai requisiti morali, bisogna possedere almeno uno dei seguenti requisiti professionali (articolo 71):
aver prestato la propria opera, per almeno due anni, anche non continuativi, nel quinquennio precedente, presso imprese esercenti l’attività nel settore alimentare o nel settore della somministrazione di alimenti e bevande, in qualità di dipendente qualificato, addetto alla vendita o all’amministrazione o alla preparazione degli alimenti, in qualità di socio lavoratore o, se trattasi di coniuge, parente o affine entro il terzo grado dell’imprenditore, in qualità di coadiutore familiare, comprovata dall’iscrizione all’Istituto Nazionale Previdenza Sociale (INPS);
essere in possesso di un diploma di scuola secondaria superiore o di laurea, anche di primo livello, o di altra scuola a indirizzo professionale, almeno triennale, purché nel corso di studi siano previste materie attinenti al commercio, alla preparazione o alla somministrazione degli alimenti.
I titoli di studio che possono essere ritenuti validi ai fini dell’avvio dell’attivitò di commercio alimenti e somministrazione alimenti e bevande sono indicati nella Circolare n. 3642/C (vedi paragrafo Formazione).

In alternativa:
avere frequentato con esito positivo un corso professionale per lo svolgimento dell’attività, istituito o riconosciuto dalle regioni o dalle Province autonome di Trento e Bolzano.
Il possesso dei requisiti professionali deve essere dimostrato al Comune nel quale si intende esercitare la professione. In caso di società, associazioni o organismi collettivi, i requisiti morali devono essere posseduti dal legale rappresentante o da altra persona delegata mentre i requisiti professionali devono essere posseduti dal legale rappresentante o dalla persona preposta all’attività commerciale.

Come Aprire un Circolo Privato

Un’attività in costante crescita specialmente negli ultimi anni è quella del circolo privato, che ospita al suo interno gruppi di persone che perseguono stessi ideali o che hanno gli stessi interessi in fatto di sport, musica, o che possono essere accomunati in generale da interessi comuni.

Un esempio di circolo privato è dato, più in generale, da un club o un’ associazione senza fini di lucro tra persone che vogliono condividere attività sportive, culturali e ricreative: a differenza di qualsiasi altra attività, esso non è da considerarsi come qualcosa di pubblico, ma appunto come un nucleo all’interno del quale operano le persone che ne hanno il permesso e che sono “iscritte”.
Proprio per questa grande differenza tra il circolo privato e un semplice locale pubblico accessibile a tutti, per entrare all’interno di un’associazione del primo tipo è necessario ottenere una tessera associativa ovvero di iscrizione, che è possibile ottenere in alcuni casi in maniera del tutto gratuita ed in altri previo pagamento dell’iscrizione stessa.
Non si può, tuttavia, aprire un circolo privato che abbia un ingresso diretto dalla strada, o che rechi nell’insegna un riferimento scritto o disegnato che faccia pensare che al suo interno vi sia un locale aperto a tutti, un ristorante o un bar.
Sono molti gli aspetti associativi di un circolo privato: esso può rappresentare ad esempio un circolo sportivo – è il caso di circoli in cui si riuniscono i tifosi e rappresentanti di una squadra di calcio, che si incontrano quotidianamente o settimanalmente per commentare insieme le formazioni e le partite, a scopo quindi prettamente ludico – ma anche un circolo culturale e ricreativo, come può essere un circolo turistico, una Onlus, o un circolo universitario.

Lo scopo finale di questo tipo di attività è quasi sempre quello di riunire consapevolmente una grande fascia di persone che insieme rappresentano qualcosa, un ideale, un valore, un’entità culturale e sociale, e che per questo motivo, oltre ad avere una valenza prettamente ricreativa, ad essa è spesso possibile associare una valenza di tipo sociale.
Per aprire un circolo privato, oggi, bisogna prima di tutto iscriversi alla Camera di Commercio – visto che in fondo, esso, è da considerarsi appieno come un’attività – ed avere una struttura organizzativa, amministrativa, e rispettare le leggi di una normale attività commerciale. Se, per esempio, all’interno del circolo privato si prevede la somministrazione di bevande e alimenti, è importante chiedere ed ottenere l’autorizzazione sanitaria ed i locali devono essere conformi alle norme edilizie, igienico – sanitarie e di sicurezza. Ovviamente è necessaria anche la redazione dello statuto, tramite atto pubblico o scrittura privata seguendo questo modello.
Per quanto riguarda la struttura del circolo privato, l’organigramma è sostanzialmente composto da: Il Presidente, che è il legale rappresentante dell’ associazione; Il Consiglio, che elegge il presidente ed applica il programma; L’ Assemblea, che è costituita da tutti i soci del circolo.

Risulta essere importante sapere che il circolo privato è un’attività che gode negli ultimi anni di una grande espansione, ed in effetti negli ultimi anni nel nostro Paese vi è stata una costante crescita di circoli privati e di associazioni di questo tipo, anche grazie alle agevolazioni fiscali di cui si gode dallo Stato e che sono concesse dalla normativa.
Tuttavia, è bene chiarire che chiunque abbia interesse o intenzione di istituire un circolo privato, non potrà trarre alcun profitto o guadagno economico da esso, anche se dal 1998 è obbligatorio per legge per i club redigere un bilancio riportante il rendiconto economico dell’ associazione.

Per rendere un circolo privato un luogo davvero utile, interessante e di successo, è opportuno fare delle considerazioni preventive riguardo alcuni requisiti imprescindibili che ogni circolo dovrebbe avere:
– Buona posizione del locale: un circolo privato deve essere facilmente accessibile a tutti, quindi sarebbe opportuno inserirlo in un contesto cittadino, facilmente raggiungibile dai mezzi anche se non troppo trafficato;
– Ambiente piacevole e di cortesia: facilitare l’interazione e la socializzazione tra persone che hanno uno stesso interesse può sembrare a prima vista molto semplice, ma in realtà non è così;
– Iniziative utili e sempre nuove, utili ad animare il contesto ed a rendere davvero unico il proprio circolo privato.

Aprire un circolo privato è quindi semplice.

Migliori Wallet per Neo

Quali sono i migliori Neo wallet da utilizzare per conservare i vostro preziosi Neo? L’attenzione intorno alla principale criptovaluta cinese cresce di giorno in giorno. Su Reddit sono state superate le 50.000 iscrizioni al canale di Neo, un risultato non di poco conto, che in una ipotetica classifica porterebbe il progetto di Smart Economy nell’olimpo delle criptovalute.

Dopo avere capito come acquistare Neo, ora concentriamoci sul come custodirli tramite i diversi Neo Wallet.

Rispetto a qualche mese fa, quando non avevamo molte soluzioni a disposizione, oggi abbiamo l’imbarazzo della scelta e possiamo permetterci di selezionare i migliori Neon Wallet disponibili
Neon Wallet
NeoTracker

Neon Wallet è un Light Client Desktop sviluppato dal team indipendente City of Zion (CoZ). E’ estremamente user-friendly e offre un discreto livello di sicurezza non essendo web-based. Vediamo le principali caratteristiche:
Light – si sincronizza immediatamente con la Neo Blockchain senza il bisogno di lunghe sincronizzazioni;
Client Desktop – è un software da scaricare sul vostro PC e sarà quindi legato al vostro device. Non correrete il rischio di incorrere in siti SCAM, ma dovrete stare attenti a non farvi infettare il PC da virus in cerca della vostra chiave privata.
Nella prossima release, prevista entro la fine del 2017, saranno implementati gli standard per i token NEP5. Gli standard NEP5 possono essere paragonati ai Token ERC20 di Ethereum. Avrete quindi la possibilità di gestire tutti i token che rispettano questi standard su un unico Neo Address e il Neon Wallet diventerà l’interfaccia ideale per la loro gestione.

Se l’intento è parlare dei migliori Neo Wallet, non possiamo non prendere in considerazione l’idea di avere il maggior grado di sicurezza possibile. Stiamo parlando di utilizzare il Neon Wallet con il Ledger Nano S. Un piccolo investimento che vi ripagherà in sicurezza, facendovi dormire sonni tranquilli.

L’accoppiata Neon Wallet + Ledger Nano S è l’unica soluzione che attualmente ci permette di conservare i nostri Neo su un hardware wallet. Questa tipologia di wallet è in assoluto la più sicura per due principali ragioni:
Per eseguire operazioni c’è bisogno del possesso fisico del device;
Le chiavi private non usciranno mai dal vostro device, saranno custodite all’interno.
Ecco una breve guida per l’utilizzo del Ledger Nano S:

I Migliori Neo Wallet: NeoTracker
Se per il vostro Neo Wallet state cercando una soluzione più immediata, rapida e di facile accesso da qualsiasi device, NeoTracker fa al caso vostro.
Un wallet web-based, che potete utilizzare sia come Block Explorer che come Wallet. E’ già stato aggiornato per supportare tutti i token Nep5 ed è quindi la soluzione ideale per i Neo Fans che già operano su KuCoin con queste criptovalute.

Potete accedere a NeoTracker tramite la vostra private key, fate attenzione a custodirla con attenzione.