Per conoscere al meglio i volumi esatti trattati ogni anno sul Forex, basta consultare annualmente il rapporto pubblicato dalla Banca dei Regolamenti Internazionali o BRI.
La loro ultima pubblicazione ufficiale ha registrato un volume che raggiunge i 4000 miliardi di dollari scambiati ogni giorno in media. Un record che neanche i mercati borsistici riescono a raggiungere.
Ciò si spiega facilmente con il fatto che, al contrario dei mercati borsistici, il mercato dei cambi è un mercato di libero accordo o mercato OTC (Over The Counter). Ciò significa che questo mercato interbancario non è centralizzato, fatto che permette una maggior libertà di scambio.
Beninteso le cifre esatte sono molto difficili da valutare e i dati presentati qui non sono che delle stime realizzate dagli organismi specializzati come la Banca dei Regolamenti Internazionali.
Grazie alle precedenti pubblicazioni di questi organismi, si constata che i volumi trattati sul Forex aumentano di anno in anno. Si nota, per esempio, che il volume di scambi nel 2004 era di 1900 miliardi di dollari mentre nel 2007 raggiungeva già i 2500 miliardi di dollari.
Ovviamente la totalità degli scambi realizzati sul Forex si fa attraverso l’intermediazione delle grandi banche e si constata così che esistono anche delle disparità. La Deutsche Bank si posiziona in testa alla classifica con circa il 20% del volume trattato. Segue la UBS AG con circa il 12% del volume globale, la banca Citigroup con l’11%, la Barclay’s Capital con circa il 7%, la Royal Bank of Scotland con il 6,5% del volume globale, la Goldman Sachs con il 5,5%, la HSBC con quasi il 5%, la Bank of America con quasi il 4%, la JP Morgan Chase con il 3,9% seguita da vicino dalla Merryl Lynch con il 3,8% del volume totale.
Esistono anche delle differenze per quel che concerne le valute in quanto tali. La quasi totalità degli scambi del Forex, infatti, riguarda le 4 principali valute che sono il Dollaro americano, l’Euro, lo Yen e la Lira Sterlina in questo ordine. Vengono in seguito il Franco svizzero e il Dollaro australiano. Le valute minori si trovano di gran lunga indietro con dei volumi di scambio minimi.